Nasce a Boston Percival Lowell. Affascinato sin da giovane dall’astronomia, la notizia della scoperta dei “canali” di Marte da parte dell’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli lo entusiasma al punto da spingerlo a usare le proprie ingenti risorse finanziarie per costruire a Flagstaff, in Arizona, un osservatorio personale di prim’ordine, in modo da essere pronto per l’opposizione (momento di minima distanza) di Marte nel 1894. Le sue osservazioni lo porteranno ad annunciare la scoperta di canali artificiali e di oasi sul pianeta, realizzate a suo dire da una civiltà in agonia.
L’annuncio avrà una risonanza mediatica enorme, amplificata da tre suoi libri e da articoli sui giornali, nonostante lo scetticismo degli altri astronomi, che non riusciranno a scorgere tutti i dettagli descritti da Lowell. In effetti Lowell sarà vittima della naturale tendenza del cervello a creare dettagli dove non ci sono: i suoi presunti canali non esistono, come verrà confermato successivamente dalle missioni Mariner nel 1965 e nel 1972.
Dal 1905 Lowell si dedicherà anche alla ricerca di pianeti oltre l’orbita di Urano e Nettuno: morirà il 12 novembre 1916, a 61 anni, ma la sua caccia al “Pianeta X” proseguirà grazie a un lascito ingente (contestato dalla vedova), finché nel 1930 l’astronomo Clyde Tombaugh, dipendente dell’osservatorio Lowell, scoprirà nelle fotografie astronomiche un nuovo corpo celeste orbitante intorno al Sole, che verrà chiamato Plutone in seguito a un sondaggio popolare perché il mondo gelido e lontano richiamava il cupo rifugio del dio greco degli inferi. Il simbolo scelto per Plutone includerà le lettere P e L, iniziali di Percival Lowell.
Fonti: Smithsonian; Space.com.