Il cosmonauta sovietico Alexei Leonov compie la prima “passeggiata spaziale” della storia, uscendo dall’abitacolo della capsula Voskhod-2 e stabilendo inoltre un record di quota (475 km).
Le immagini diffuse inizialmente dal governo sovietico sono talmente sensazionali che inizialmente si sospetta che si tratti di una falsificazione. Ma nei giorni successivi le autorità sovietiche rilasceranno spezzoni delle riprese fatte su pellicola, che toglieranno ogni dubbio: erano impossibili da falsificare. Il filmato del primo uomo che volteggia nel cosmo verrà presentato al festival del cinema di Cannes.
La passeggiata di dieci minuti viene descritta trionfalmente dalla propaganda
sovietica, ma Leonov ha rischiato di morire quando la sua tuta si è gonfiata
oltre il previsto, diventando rigidissima e facendogli sfilare i piedi dagli
stivali e le mani dai guanti, rendendogli impossibile ogni manovra, per cui ha
dovuto sfiatare parte dell’aria della tuta, con rischio di embolia o
soffocamento.
Il resoconto dell’EVA da parte delle autorità russe e di Leonov stesso
cambierà notevolmente nel corso degli anni: da una narrazione epica iniziale
si passerà, intorno al 2000, a una descrizione ben più drammatica e
spettacolare (con Leonov quasi incapace di compiere movimenti coordinati e
costretto a sfiatare in emergenza la propria tuta e ad effettuare una
difficilissima contorsione all’interno della strettissima camera tubolare di
decompressione), che verrà però parzialmente ridimensionata dalla
pubblicazione del diario di bordo originale (nel quale lo sfiatamento era
pianificato e non c’è traccia della contorsione).
Fonti:
Air & Space;
Il Disinformatico;
simulatore della TASS.