Lo Shuttle Columbia decolla dal Kennedy Space Center, portando in orbita Eileen M. Collins (comandante), Jeffrey S. Ashby (pilota), Steven A. Hawley, Catherine G. Coleman e Michel Tognini (specialisti di missione) per un volo di quasi cinque giorni che ha come obiettivo principale la messa in orbita dell’osservatorio a raggi X Chandra. Eileen Collins diventa la prima donna comandante di Shuttle.
L’arrampicata verso lo spazio è il terzo tentativo dopo due annullati: il primo solo sette secondi prima della partenza, il secondo per le condizioni meteorologiche avverse. Stavolta una delle centraline di controllo dei motori principali si spegne, ma viene rimpiazzata dalle centraline di riserva; un componente di un iniettore primario del propellente di uno dei motori si stacca all’accensione, colpendo la parete interna dell’ugello e tranciando tre condotti di raffreddamento nei quali circola idrogeno. La conseguente perdita di idrogeno induce il Columbia a spegnere prematuramente i motori, raggiungendo così un’orbita 10 km inferiore al previsto. Questa differenza viene compensata successivamente. Il rischio di distruggere uno dei motori, con conseguenze disastrose, è stato elevatissimo.
Fonti: NASA; Wayne Hale; audio dei controllori al Controllo Missione.