Il modulo russo Nauka della Stazione Spaziale Internazionale, partito dalla Terra il 21 luglio 2021, raggiunge la Stazione e vi attracca con una manovra da cardiopalma: i sistemi di manovra rispondono solo a tratti ai comandi e il propellente per le correzioni di traiettoria è agli sgoccioli, per cui ce n’è appena a sufficienza per tentare una singola manovra di avvicinamento e attracco.
La manovra, alla fine, viene effettuata dal sistema di attracco automatico, che riesce a portare le venti tonnellate di massa di Nauka ad agganciarsi dolcemente al segmento russo della Stazione, ma la confusione è tale che inizialmente al Controllo Missione a Mosca si crede erroneamente che la manovra sia stata effettuata manualmente dal cosmonauta Oleg Novitsky.
I problemi, però, non finiscono qui: tre ore dopo l’attracco, con il portello di collegamento al nuovo modulo aperto, i motori di manovra di Nauka si attivano spontaneamente e in modo non voluto, col risultato di far ruotare inaspettatamente l’intera Stazione Spaziale, facendole compiere un giro e mezzo su se stessa (circa 540 gradi) fino ad assumere un assetto capovolto.
Lo spostamento non
previsto viene compensato dai motori di manovra di un altro modulo russo,
Zvezda, in una lotta durata circa mezz’ora, e poi i motori di Nauka vengono disattivati. La navetta russa Progress 78 attraccata alla Stazione corregge poi l’assetto del complesso spaziale tramite una rotazione di 180 gradi.
La situazione è abbastanza grave da indurre il Controllo Missione statunitense, a Houston, a chiedere agli astronauti di guardare fuori dai propri oblò per vedere se vi sono detriti fluttuanti o danni alla Stazione.
Fonti: NASA, Astronautinews.