Il rover statunitense Mars Science Laboratory (denominato Curiosity) effettua un atterraggio morbido su Marte al termine di una manovra di discesa molto inconsueta, che i tecnici chiamano “i sette minuti di terrore”: entra nella tenue atmosfera marziana, che sfrutta per ridurre la propria velocità, poi sgancia il proprio scudo termico e apre un paracadute per rallentare ulteriormente. In prossimità del suolo, sgancia il paracadute e accende i motori a razzo del modulo skycrane (“gru volante”), restando in volo librato e calando tramite cavi il rover vero e proprio (che ha una massa di circa 900 kg) fino a che appoggia al suolo. Il modulo skycrane, poi, si allontana e ricade a distanza, sempre sostenuto dai propri razzi.
Una manovra di atterraggio così complessa non è mai stata tentata prima; si rende necessaria soprattutto a causa della massa del rover, molto superiore a quella di qualunque sonda marziana precedente e tale da rendere inutilizzabili gli altri sistemi (retrorazzi e/o airbag).
Curiosity esplorerà con successo la zona di atterraggio (il cratere Gale) per oltre cinque anni, percorrendo decine di chilometri.