L’Unione Sovietica organizza una burla spaziale agli americani. La loro sonda Zond 5, diretta verso la Luna, è a tutti gli effetti un veicolo Soyuz, di quelli normalmente usati dai sovietici per portare un equipaggio, modificato per il volo teleguidato. Per questo volo sperimentale intorno alla Luna l’equipaggio è sostituito da alcuni animali (tartarughe, mosche, vermi e altro) e da un manichino contenente sensori per le radiazioni. Di fatto è una prova generale di un volo circumlunare con equipaggio.
Gli americani sono al corrente delle dimensioni della “sonda” e sanno che potrebbe contenere un equipaggio, che diventerebbe il primo della storia a volare intorno alla Luna, ma i sovietici mantengono il tradizionale segreto sui dettagli della missione. Prima del lancio, ai tecnici che stavano preparando la Zond 5 è stato chiesto di collegare con un cavo il ricevitore radio del veicolo al suo trasmettitore. Quando la sonda sta volando intorno alla Luna, il 18 settembre 1968, il cosmonauta Pavel Popovich trasmette da Terra verso la Zond 5 un annuncio a voce: “Il volo procede regolarmente; ci stiamo avvicinando alla superficie.”
Grazie al collegamento fra ricevitore e trasmettitore, le sue parole vengono ritrasmesse verso Terra dalla Zond 5 e vengono quindi ricevute anche dagli impianti di radioascolto spaziale americani, oltre che da quelli russi, creando l’illusione che Popovich sia a bordo del veicolo spaziale sovietico.
Le parole di Popovich creano stupore fino ai più alti livelli governativi statunitensi: l’astronauta Frank Borman, consulente spaziale del presidente americano Nixon, riceve una telefonata dal presidente stesso, che chiede come mai un sovietico sta trasmettendo dalla Luna.
Circa un mese dopo, Borman si recherà in visita in Unione Sovietica e sarà proprio Popovich ad accoglierlo in aeroporto. Nel frattempo gli americani avranno capito che il messaggio dalla Luna era una finzione: Borman, appena sceso dall’aereo, gli mostrerà scherzosamente il pugno e dirà a Popovich: “Ehi, tu, burlone spaziale!”.
Fonti: NASA; The First Soviet Cosmonaut Team, Colin Burgess e Rex Hall (2009), pag. 318, che cita Voice of Russia, “Space exploration is a lifelong job” (2007).