La sonda Cassini della NASA viene fatta precipitare intenzionalmente nell’atmosfera di Saturno, completando e concludendo una straordinaria missione di esplorazione durata vent’anni.
Lanciata nel 1997, Cassini era arrivata in orbita intorno a Saturno nel 2004 per studiare questo pianeta gigante, i suoi anelli, le sue lune e la sua magnetosfera. Ad aprile 2017 ha iniziato la fase conclusiva della propria missione, chiamata appunto in inglese Grand Finale dalla NASA: ventidue tuffi orbitali fra Saturno e i suoi anelli, a quote sempre più basse, fino a mostrare le nubi di Saturno in rilievo tridimensionale e poi trasmettere dati sull’atmosfera del pianeta durante l’ultimo tuffo. Questa sorte distruttiva è stata scelta per far disintegrare la sonda senza correre il pericolo che, restando in orbita intorno a Saturno senza controllo, contamini involontariamente le lune del pianeta, alcune delle quali potrebbero ospitare forme di vita locali.
Cassini lascia in eredità una messe senza pari di dati scientifici e una serie di fotografie senza precedenti, le cui geometrie rasentano l’arte astratta.