1986/01/28 - Il disastro dello Shuttle Challenger

Lo Shuttle Challenger si disintegra durante il decollo 73 secondi dopo l’inizio della missione STS-51L, uccidendo i sette membri del suo equipaggio: Ellison Onizuka, Sharon Christa McAuliffe, Greg Jarvis, Judy Resnik, Mike Smith, Dick Scobee e Ron McNair. In Florida sono le 11:38; in Italia sono le 17:38.

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La copertina della rivista Time mostra l’esplosione dello Shuttle Challenger.

L’inchiesta farà emergere che il freddo intenso della notte ha fatto contrarre e irrigidire le guarnizioni dei booster laterali a propellente solido; queste guarnizioni non sono più state in grado di fare tenuta e una di esse ha lasciato passare una fiammata del getto rovente dei booster, che ha lambito il serbatoio esterno pieno di idrogeno e ossigeno liquidi, innescando una disintegrazione catastrofica.

È la prima volta che gli Stati Uniti perdono un equipaggio spaziale in volo e la tragedia ha particolare risonanza perché uno dei suoi membri, l’insegnante Christa McAuliffe, era il primo cittadino comune americano scelto come astronauta.

Tutti gli Shuttle resteranno a terra per 32 mesi, fino al 29 settembre 1988, per subire una serie di modifiche di sicurezza e per consentire la riscrittura di tutte le procedure di lancio; la NASA fisserà per il 28 gennaio il Day of Remembrance per commemorare tutti i caduti delle missioni spaziali statunitensi.

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Da sinistra: Christa McAuliffe, Gregory Jarvis, Judith Resnik, Dick Scobee, Ronald McNair, Michael J. Smith, Ellison Onizuka.

Fonti: NHO; NASA; NASA.