Muore a 85 anni Edgar Mitchell, astronauta della missione Apollo 14 che nel febbraio del 1971 esplorò la zona di Fra Mauro della Luna insieme con Alan Shepard.
Fonti: NASA; Palm Beach Post; CollectSpace.
Muore a 85 anni Edgar Mitchell, astronauta della missione Apollo 14 che nel febbraio del 1971 esplorò la zona di Fra Mauro della Luna insieme con Alan Shepard.
Fonti: NASA; Palm Beach Post; CollectSpace.
Viene attivato Znamya 2, il primo specchio spaziale concepito per illuminare zone della Terra durante la notte. Ha un diametro di 20 metri e viene dispiegato da un veicolo di rifornimento senza equipaggio Progress nelle vicinanze della stazione spaziale russa Mir. Gli osservatori a terra ne vedono il bagliore, equivalente a quello della Luna piena, che copre una superficie di circa 5 chilometri di diametro.
Lo Shuttle Columbia decolla dalla rampa 39B del Kennedy Space Center, portando a bordo John H. Casper (comandante), Andrew M. Allen (pilota), e gli specialisti di missione Pierre J. Thuot, Charles D. Gemar e Marsha S. Ivins. Resteranno in orbita terrestre per 13 giorni, 23 ore e 16 minuti, rientrando il 18 marzo.
Fonte: NASA.
La sonda lunare sovietica Luna 9, allunata il giorno precedente, inizia a trasmettere immagini della superficie lunare circostante. Sono le prime immagini dalla superficie di un altro mondo, ma le autorità sovietiche non le pubblicano.
Anche il radiotelescopio britannico di Jodrell Bank sta captando i segnali della sonda, e i suoi tecnici si sono accorti che le immagini vengono trasmesse senza alcuna cifratura ma usando semplicemente il formato standard adottato dai giornali per trasmettere le telefoto (Radiofax); così chiedono l’aiuto del giornale Daily Express, che porta a Jodrell Bank un ricevitore di telefoto (un Muirhead D-700-KM).
Il ricevitore cattura le immagini, rendendole pubbliche in anteprima rispetto ai russi: l’indomani il Daily Express le pubblicherà in prima pagina.
Si sospetta che i tecnici russi abbiano usato intenzionalmente questo sistema di trasmissione standard, invece di adottare qualche forma di crittografia, per essere più sicuri che almeno qualcuno le ricevesse in caso di guasto degli impianti di ricezione sovietici. Un’altra motivazione ipotizzata è che si voglia sfruttare la superiore sensibilità dei radiotelescopi occidentali senza l’imbarazzo politico di doverla chiedere, o che si voglia impedire che il governo sovietico abbia il monopolio su queste immagini così importanti dal punto di vista scientifico.
Fonti: Tim O’Brien; Zarya; Science Museum; Jodrell Bank; BBC; NASA.