Gli astronauti statunitensi Charles Bassett II ed Elliott See, scelti come
equipaggio primario della futura missione Gemini 9, muoiono nello
schianto del loro aereo T-38.
Elliott See (a sinistra) e Charles Bassett II (a destra).
See, 38 anni, e Bassett, 34 anni, sono partiti intorno alle sette di mattina
dalla base di Ellington, diretti allo stabilimento della McDonnell a St.
Louis, a bordo di un addestratore T-38, accompagnati dall’equipaggio di
riserva, Tom Stafford e Gene Cernan, su un altro T-38. Devono trascorrere a
St. Louis una decina di giorni per ispezionare la loro capsula
Gemini ed addestrarsi nel simulatore.
Alla partenza il tempo è ottimo, ma a St. Louis piove; le nuvole sono basse (a
600 metri di quota) e la visibilità è scarsa. All’arrivo sopra la base aerea
di Lambert Field, poco prima delle nove, i due jet si trovano troppo vicini
alla fine della pista d’atterraggio e così See vira a sinistra, stando sotto
le nuvole, mentre Stafford si arrampica e rientra nelle nubi per tentare un
altro avvicinamento, cosa che gli riesce senza problemi.
Ma la virata di See porta il suo T-38 vicino all’Edificio 101 della McDonnell,
dove i tecnici stanno lavorando proprio alla capsula Gemini che dovrà
portare See e Bassett nello spazio. Rendendosi forse conto di star perdendo
quota troppo rapidamente, See accende i postbruciatori e tenta di virare
bruscamente a destra, ma è troppo tardi: l’aereo colpisce il tetto
dell’edificio con un’ala e si schianta, incendiandosi e uccidendo Bassett e
See. Frammenti del loro aereo colpiscono la capsula Gemini. See viene
sbalzato fuori dall’aereo; il suo cadavere viene ritrovato in un parcheggio
adiacente. La testa di Bassett viene trovata incastrata fra le travi del tetto
dell’Edificio 101. Se l’aereo fosse stato leggermente più basso, avrebbe
distrutto la capsula e soprattutto ucciso decine di specialisti che vi
lavoravano, mettendo in crisi l’intero progetto di arrivare alla Luna.
Non è il primo incidente che tronca la vita di un astronauta: era già successo
con Theodore Freeman nel 1964. Ma è la la prima volta che la NASA si trova
costretta a rimpiazzare l’equipaggio primario di una missione con quello di
riserva. Stafford e Cernan voleranno nello spazio con la Gemini 9 e
diventeranno i primi ad effettuare con successo tre rendez-vous; in
seguito voleranno insieme fino alla Luna con Apollo 10.
L’incidente aereo innesca un effetto domino che cambia il corso della storia:
senza la morte di Bassett e See, per esempio, Buzz Aldrin non sarebbe stato
scelto come membro di riserva per Gemini 9 e non avrebbe volato con la
Gemini 12 a novembre del 1966; probabilmente non sarebbe stato il
pilota del modulo lunare di Apollo 11 e quindi non sarebbe stato il
secondo uomo a camminare sulla Luna. Inoltre Gene Cernan probabilmente non
sarebbe stato l’ultimo uomo sulla Luna. Aldrin, amico e vicino di casa di
Bassett, non dimenticherà mai che la propria presenza nei libri di storia è
frutto involontario di questa tragedia.
See e Bassett verranno sepolti al Cimitero Nazionale di Arlington, uno vicino
all’altro. I loro nomi non sono noti ai più, forse perché sono morti prima di
andare nello spazio, ma sono incisi nello
Space Mirror Memorial al Centro Spaziale Kennedy, insieme a tutti gli altri astronauti
deceduti nello svolgimento del proprio compito, e sono stati portati sulla
Luna dagli astronauti di Apollo 15 nella targa che accompagna la
statuetta Fallen Astronaut collocata nei pressi della Hadley Rille.
Le lapidi di See e Bassett al Cimitero Nazionale di Arlington.
Lo Space Mirror Memorial al Kennedy
Space Center reca i nomi di See e Bassett.
Bandiere a mezz’asta in onore di See e Bassett il 2 marzo 1966 alla fabbrica della McDonnell di St. Louis dove i due astronauti sono morti. La
Gemini che passa è quella che sarebbe stata destinata a loro (St. Louis Post-Dispatch/
Chasing the Moon).
Fonti:
NASA;
NASA; AmericaSpace.