1970/04/17 - Apollo 13 torna sulla Terra, equipaggio in salvo

Si conclude felicemente il dramma della missione Apollo 13, funestata dallo scoppio di un serbatoio d’ossigeno durante il viaggio verso la Luna: dopo aver girato intorno alla Luna e usato il modulo lunare come propulsore di riserva, la capsula spaziale che trasporta Jim Lovell, Fred Haise e Jack Swigert rientra nell’atmosfera terrestre e ammara nell’Oceano Pacifico, appesa sotto tre grandi paracadute.

Il rientro in atmosfera offre un ultimo episodio di tensione: la perdita di contatto radio che avviene normalmente durante la fase più critica, quando la capsula è circondata da un muro d’aria rovente e ionizzata che blocca i segnali radio, dura ben 87 secondi più del normale, facendo temere fino all’ultimo per la sorte dell’equipaggio. In Italia sono le 19:07.

In quel minuto e mezzo c’è tempo di pensare che lo scudo termico non abbia retto a causa dei danni subiti durante lo scoppio del serbatoio d’ossigeno e la capsula sia diventata una meteora fatale o che i paracadute non si siano aperti correttamente e che i tre astronauti si schianteranno nell’oceano. Ma la durata inattesa è causata da un angolo di rientro leggermente meno ripido del solito, che allunga i tempi di attraversamento dell’atmosfera, e paradossalmente consente ad Apollo 13 di ammarare molto vicino alle navi di recupero.

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La scia di rientro di Apollo 13 vista da un aereo in volo.
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Ammaraggio di Apollo 13.

Fonti: KSC; NHO; NHO; diretta TV; replica di ABC News; Universe Today.