Atterraggio dello Shuttle Atlantis al Kennedy Space Center al termine della missione STS-122 che ha installato il modulo Columbus sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Fonte: SSA.
Atterraggio dello Shuttle Atlantis al Kennedy Space Center al termine della missione STS-122 che ha installato il modulo Columbus sulla Stazione Spaziale Internazionale.
Fonte: SSA.
Atterraggio dello Shuttle Atlantis sulla pista della base militare Edwards al termine della missione STS-98 in visita alla Stazione Spaziale Internazionale per consegnare il modulo Destiny.
Lancio e messa in orbita del modulo centrale della stazione spaziale sovietica Mir. La stazione crescerà progressivamente, aggiungendo altri moduli, e resterà in orbita fino al 2001, quando rientrerà disintegrandosi nell’atmosfera terrestre.
Fonti: CBS; Britannica; Russian Space Web.
Decollo della missione sovietica Soyuz TM-29, che porta Viktor Afanasiyev, Jean-Pierre Haigneré e Ivan Bella alla stazione spaziale Mir. È la prima missione russa con tre cosmonauti di tre paesi differenti: Afanasiyev è russo, Haigneré è francese e Bella è slovacco.
Fonte: Spacefacts.
La sonda statunitense Ranger 8 conclude la propria missione schiantandosi intenzionalmente sulla Luna nel Mare della Tranquillità mentre scatta fotografie sempre più ravvicinate della superficie lunare; in tutto ne ha scattate oltre 7000. Il cratere prodotto dal suo impatto si troverà a 60 km a nord del punto di atterraggio della missione Apollo 11 nel 1969 e verrà fotografato dal Lunar Orbiter II e da Apollo 16.
John Glenn diventa il primo americano ad orbitare intorno alla Terra con la propria capsula Mercury, battezzata Friendship 7. Compie tre orbite e resta in volo per 4 ore e 55 minuti, rientrando nelle vicinanze dell’isola caraibica di Grand Turk, nelle Grandi Antille. Il suo volo riduce le distanze rispetto ai primati sovietici ed è politicamente di grande conforto per gli Stati Uniti, ma Glenn rischia seriamente di non tornare vivo dallo spazio.
Prima del rientro, un sensore avvisa il Controllo Missione (ma non Glenn) che lo scudo termico non è fissato correttamente; il Controllo Missione decide quindi di non sganciare il gruppo di motori di rientro che è fissato alla capsula sopra lo scudo, nella speranza che tenga saldo lo scudo stesso, ma rischiando al tempo stesso che il gruppo di motori esploda per il calore del rientro se contiene ancora del propellente.
Fonti: documentario NASA del 1962; NASA.