9:34 ET: lancio di un razzo Redstone che trasporta una capsula
Mercury, battezzata Freedom 7, nella quale Alan Shepard compie
un volo spaziale suborbitale, diventando così il primo americano e il secondo
essere umano al mondo (dopo il sovietico Yuri Gagarin 23 giorni prima) a
raggiungere lo spazio.
A insaputa di quasi tutto il mondo, Shepard diventa anche il primo essere
umano ad andare nello spazio e tornare restando a bordo del proprio veicolo,
come previsto dalle norme di omologazione FAI. Gagarin, infatti, si è eiettato
dalla propria capsula Vostok prima
dell’impatto al suolo, ma questo dettaglio è stato tenuto segreto.
Il volo dura 15 minuti, porta Shepard a 187 km di quota, lo sottopone a un
picco di 11 g di accelerazione e termina nell’Oceano Atlantico, dove
l’astronauta e la capsula vengono recuperati da un elicottero e portati a
bordo della portaerei USS Lake Champlain. La missione viene trasmessa
in diretta televisiva.
Il giorno del lancio, il decollo viene posticipato più volte, accumulando un
ritardo di quattro ore, tanto che Shepard è costretto a chiedere di essere
estratto dalla capsula per orinare; il centro di lancio, sapendo che
l’estrazione avrebbe richiesto un tempo eccessivo, gli ordina di orinare
dentro la propria tuta, cosa che l’astronauta fa, dopo aver chiesto di
togliere l’alimentazione elettrica ai sensori biomedici (per evitare corti
circuiti), anche se non indossa un pannolone perché nessuno ha pensato che ne
servisse uno per un volo di soli quindici minuti.
Alan Shepard ripreso dentro la capsula durante il suo volo suborbitale.
Immagine elaborata e restaurata da
Andy Saunders
partendo dalla ripresa su pellicola 16 mm.
Alan Shepard viene recuperato con un verricello da un elicottero al termine
del suo volo.
Il recupero di Shepard visto dall’interno dell’elicottero.
Fonti:
AmericaSpace; NASA;
Advances in Physiology Education;
NASA.