Decollo della missione Shuttle STS-60, che porta per la prima volta un cosmonauta russo, Sergei Krikalev, su un veicolo spaziale statunitense (lo Shuttle Discovery).
Fonti:
NASA; NASA Spaceflight.
Decollo della missione Shuttle STS-60, che porta per la prima volta un cosmonauta russo, Sergei Krikalev, su un veicolo spaziale statunitense (lo Shuttle Discovery).
Fonti:
NASA; NASA Spaceflight.
Lancio della missione STS-63 dello Shuttle Discovery, la prima che ha come pilota una donna, Eileen Collins, e la prima ad avvicinarsi alla stazione spaziale russa Mir (senza però attraccarvi).
Fonte: NASA.
Lo Shuttle Challenger decolla per la missione STS-41B. Per la prima volta verranno effettuate delle passeggiate spaziali senza cavo di sicurezza; per la prima volta un satellite ricondizionato (lo Shuttle Pallet Satellite) viene riportato nello spazio; e per la prima volta uno Shuttle atterra sulla pista del Kennedy Space Center.
Fonte: NASA.
La sonda sovietica Luna 9 effettua il primo atterraggio morbido della storia su un altro corpo celeste, posandosi sulla Luna, nella zona dell’Oceano delle Tempeste, alle 21.45 ora di Mosca (18.45 GMT), trasmettendo le prime immagini dalla superficie della Luna insieme a dati sulle radiazioni locali.
L’atterraggio dimostra che la superficie lunare è in grado di reggere il peso di un veicolo, smentendo così le teorie di alcuni astronomi che ipotizzavano che la Luna fosse coperta, soprattutto nelle pianure, da uno strato di polvere finissima che si sarebbe comportata come un fluido viscoso, creando una sorta di sabbie mobili spaziali e impedendo quindi qualunque atterraggio.
Il sistema di allunaggio adottato dalla sonda sovietica è particolarmente ingegnoso: la sonda, del peso di circa 1600 chilogrammi, ha un razzo di discesa che effettua una frenata appena prima dell’impatto e un’asta che si estende al di sotto di essa. Quando quest’asta tocca il suolo lunare, si attiva l’espulsione verso l’alto di un modulo sferico del peso di circa 84 chilogrammi, racchiuso dentro una sorta di air-bag per attutire la caduta. Grazie al fatto che ha un centro di gravità eccentrico ed è a forma di ghianda, il modulo rotola fino a disporsi spontaneamente nell’assetto corretto. Si aprono poi quattro petali, che fungono da riflettori per le quattro antenne di trasmissione a stilo. Nella parte più alta del modulo c’è un periscopio con uno specchio rotante che consente a una telecamera fissa di riprendere panoramiche del suolo circostante. Per indicare qual è la direzione verticale viene usato un sistema rustico ma efficace: da ciascuna antenna pende un filo a piombo.