Decollo notturno (2011/04/05 2:18 ora di Mosca) della Soyuz TMA-21, che porta alla Stazione Spaziale Internazionale Andrey Borisenko (Russia, comandante), Aleksander Samokutyaev (Russia, ingegnere di volo) e Ron J. Garan (Stati Uniti, ingegnere di volo). La missione decolla dalla stessa rampa usata cinquant’anni prima da Yuri Gagarin.
Decollo da Baikonur della Soyuz TM-30, ultima missione a visitare la
stazione spaziale Mir. A bordo ci sono Sergei Zalyotin, comandante, e
Aleksandr Kaleri, ingegnere di volo. La missione è organizzata dalla società
privata MirCorp, nel tentativo di riattivare e riparare la stazione per poi
privatizzarla, ma mancheranno i fondi per altri voli e la Mir verrà
fatta rientrare, disintegrandosi, nel 2001.
Decollo della missione Shuttle STS-83: il Columbia porta in orbita
James D. Halsell, comandante; Susan L. Still, pilota; Janice E. Voss,
comandante del carico; Donald A. Thomas e Michael L. Gernhardt, specialisti di
missione; e Roger Crouch e Greg Linteris, specialisti del carico. Lo Shuttle
trasporta, fra gli altri esperimenti, il Microgravity Science Lab-1.
A bordo c’è quella che Thomas descrive come la prima pizza a volare nello
spazio, portata sullo Shuttle
“dentro una delle tasche delle gambe della mia tuta di lancio e rientro.
Ciascuno di noi aveva il permesso di portare con sé un tramezzino la mattina
del lancio nel caso ci fosse venuta fame sulla rampa di lancio. Finii per
mangiarla dopo che avemmo raggiunto l’orbita”.
La missione verrà interrotta dopo quattro giorni di volo a causa di un guasto
a una delle tre celle a combustibile che alimentano lo Shuttle.
Don Thomas con la prima pizza mangiata nello spazio. Credit: NASA.
Decollo della missione STS-6, primo volo dello Shuttle Challenger, che
porta nello spazio Paul J. Weitz, comandante; Karol J. Bobko, pilota; e Donald
H. Peterson e F. Story Musgrave, specialisti di missione.
Durante la missione verrà messo in orbita il primo satellite della serie TDRS
(Tracking and Data Relay Satellite), verrà effettuata la prima passeggiata
spaziale a bordo di uno Shuttle e verrà usata per la prima volta la
Extravehicular Mobility Unit (EMU), la nuova tuta semirigida in due
pezzi che verrà usata per decenni nelle missioni Shuttle e a bordo della
futura Stazione Spaziale Internazionale.
Lancio di Apollo 6, un vettore Saturn V senza equipaggio. La
missione ha l’obiettivo di effettuare la qualificazione finale del vettore e
del veicolo spaziale Apollo per le missioni con equipaggio.
Apollo 6 è composto dai tre stadi del Saturn V, dal modulo di
comando e servizio (CSM) Apollo, e da un simulacro (boilerplate)
di modulo lunare. Il lancio mette alla prova l’integrità strutturale e termica
e la compatibilità fra il vettore e il veicolo spaziale, conferma i carichi di
lancio e le caratteristiche dinamiche, verifica la separazione degli stadi, la
propulsione, i sistemi di guida e controllo, i sistemi elettrici, il sistema
di rilevamento delle emergenze e gli impianti e le procedure di supporto della
missione, compreso il recupero del modulo di comando.
La missione registra tre problemi principali: poco più di due minuti dopo il
decollo, la struttura del Saturn V subisce delle forti oscillazioni
longitudinali (pogo), che però non danneggiano la struttura del veicolo
spaziale; un difetto di fabbricazione causa il distacco di pannelli
strutturali della carenatura che racchiude il simulacro del modulo lunare; e
due dei cinque motori del secondo stadio si spengono in anticipo.
Inoltre l’orbita prevista, a 175 km di quota, non viene raggiunta: il veicolo
entra in un’orbita ellittica di 172 x 223 km. Dopo due orbite, il terzo stadio
non si riavvia come avrebbe dovuto secondo il piano di volo e quindi è
necessario usare il propulsore del modulo di servizio Apollo per
accelerare e raggiungere la distanza massima dalla Terra di 22.225 km. Da qui
viene simulato il rientro dalla Luna a circa 36.000 km/h, leggermente meno
della velocità pianificata (40.000 km/h). Il modulo di comando supera il
rientro in buone condizioni e ammara a 80 km dal punto previsto. Il volo dura
in tutto 9 ore e 50 minuti.
È da questa missione che proviene la celebre e spettacolare ripresa della
separazione del primo stadio e dell’anello interstadio del Saturn V,
citata per esempio nei
titoli di testa del film Apollo 13
(che la ricrea con gli effetti speciali): viene effettuata grazie a cineprese
automatiche che rientrano a terra autonomamente.
Decollo di Apollo 6 visto dalla sommità della torre di lancio.
Un fotogramma della separazione dell’anello interstadio di Apollo 6,
ripresa da una cinepresa situata alla base del secondo stadio (che è la sagoma
nera in basso).
La sonda sovietica Luna 10, partita dalla Terra il
31 marzo 1966, entra in orbita intorno alla Luna, diventando il primo veicolo della storia
a compiere questa manovra.
Secondo la stampa dell’epoca, l’orbita è ellittica, variando fra 350 e 1000 chilometri.
La notizia dell’entrata in orbita su La Stampa. Dalla collezione personale di Gianluca Atti.
Nasce a Yokohama, in Giappone, Satoshi Furukawa. Verrà selezionato come
astronauta dell’agenzia spaziale giapponese NASDA (National Space Development Agency), oggi JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), nel 1999. Volerà
nello spazio nel 2001 con la Soyuz TMA-02M, restando a bordo della
Stazione Spaziale Internazionale per 165 giorni.