Alle 18:48 UTC la capsula Crew Dragon Endeavour ammara nel Golfo del
Messico, concludendo la missione Demo-2 di SpaceX e riportando sulla
Terra il suo equipaggio, composto dagli astronauti della NASA Bob Behnken e
Doug Hurley, dopo una visita di due mesi alla Stazione Spaziale
Internazionale. Dal centro di controllo di SpaceX, il CAPCOM (la persona che
dialoga direttamente con l’equipaggio) accoglie gli astronauti con la battuta
“Grazie per aver volato con SpaceX.”
È la prima missione spaziale orbitale con equipaggio effettuata da un’azienda
privata. Il volo è iniziato il 30 maggio scorso dalla Rampa 39A del Kennedy
Space Center e segna il ritorno dei voli orbitali con equipaggio su veicoli
statunitensi, dopo la lunghissima pausa iniziata con l’ultima missione dello
Shuttle Atlantis nel 2011, che ha creato una totale dipendenza dai
veicoli russi Soyuz, gli unici rimasti in grado di portare equipaggi.
L’ammaraggio è inoltre il primo effettuato da un veicolo statunitense in 45
anni: il precedente risale infatti al luglio del 1975 (missione
Apollo-Soyuz). A livello mondiale, l’ultimo splashdown risale
però all’ottobre del 1976, quando la Soyuz 23 finì per errore nel lago
Tengiz.
Le differenze rispetto a quegli ammaraggi di quattro decenni fa sono notevoli:
gli astronauti arrivano nel Golfo del Messico, abbastanza vicino alla costa,
invece di scendere nell’Oceano Pacifico. Questa prossimità, però, permette ad
alcuni irresponsabili di avvicinarsi con le proprie imbarcazioni private,
ostentando striscioni in favore del presidente statunitense Donald Trump e
mettendo a rischio le operazioni di recupero oltre che se stessi, visto che la
capsula rilascia residui gassosi di propellente altamente tossici.
Gli astronauti non vengono estratti mentre la capsula è ancora in acqua, come
avveniva nelle missioni Mercury, Gemini e Apollo: la
capsula intera viene agganciata e portata a bordo di un’apposita imbarcazione,
la Go Navigator, e solo allora viene aperto il portello per far uscire
Behnken e Hurley. Questo approccio semplifica molto le operazioni di sbarco
per le squadre di recupero e per gli astronauti, che trascorrono l’attesa
facendo telefonate satellitari (altra differenza rispetto al passato),
compresi alcuni scherzi telefonici, a detta degli astronauti stessi.
Un altro aspetto molto simbolico di questo volo è che Behnken e Hurley
riportano sulla Terra una bandiera statunitense lasciata sulla Stazione
dall’ultimo equipaggio Shuttle e destinata appunto al primo veicolo americano
a tornare alla Stazione.
L’intero volo è un successo straordinario per SpaceX, che dimostra di essere
in grado di portare equipaggi nello spazio con sistemi molto meno costosi e
complessi di quelli precedenti della NASA, oltretutto recuperando il primo
stadio del vettore di lancio e riutilizzando la capsula. SpaceX batte sul
tempo la concorrenza di Boeing, il cui veicolo Starliner non è ancora
pronto ed ha avuto problemi non banali durante il volo di collaudo senza
equipaggio, pur costando molto più della Crew Dragon.
Foto della sequenza di recupero degli astronauti dalla
Crew Dragon Endeavour.
Fonte:
Il Disinformatico.